“15 anni fa, dopo una trasfusione, ho contratto un’infezione. Posso ancora fare causa?”
Intervista all’Avvocato Paola Tuillier di Diritti del Paziente pubblicata sul settimanale “Starbene” gruppo Mondadori.
“E’ passato diverso tempo da quando, in seguito a un ricovero in ospedale, mi sono ammalato di epatite B. Ho sospettato subito che a trasmettermi il virus fosse stata una trasfusione con sangue infetto. Solo da due anni, però, ne ho l’assoluta certezza. Vorrei fare causa contro l’ospedale. Ma non è troppo tardi?”.
Filippo, 52 anni
“Per fare valere l’azione legale hai 10 anni di tempo, che però non partono dal giorno del ricovero in ospedale”, risponde Paola Tuiller avvocato del foro di Roma.
“I danni da trasfusione, infatti, rientrano in quelli definiti lungolatenti: questo significa che il cronometro non scatta dal momento in cui ti è stata effettuata la trasfusione, e neppure dall’istante in cui, a causa di sintomi sospetti o di un esame del sangue, sei venuto a conoscenza di avere contratto l’epatite B”.
“Secondo una sentenza della Cassazione (sezioni unite, 11 gennaio 2008) il conto alla rovescia inizia dal momento in cui la malattia viene percepita quale danno ingiusto conseguente al comportamento doloso o colposo di un terzo“.
“Ciò vuol dire che i 10 anni vanno conteggiati solo a partire dal periodo in cui hai avuto la certezza che l’epatite B è stata determinata proprio dalla trasfusione. Hai quindi ancora 8 anni (visto che ne sono passai soltanto due da quando sei convinto di esserti ammalato a causa del sangue infetto) per chiedere un risarcimento all’ospedale”.
Hai contratto anche tu un infezione in ospedale? Hai 10 anni di tempo per far valere i tuoi diritti!
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