“Mio padre, cardiopatico, è morto d’infarto subito dopo un’infusione di chemioterapico. E non aveva firmato il consenso informato per la terapia”.
Paola, Imperia
Quando ci sono patologie cardiovascolari come quella di tuo padre, prima di iniziare la chemioterapia sarebbe opportuno che i medici effettuassero una visita cardiologica del paziente e una valutazione del suo stato di salute:per capire se il tumore può essere guarito, se la chemioterapia può assicurare un prolungamento della vita, o se invece è il caso di limitarsi a cure paliative.
Il chemiterapico è un medicinale antiblastico con un’azione cardiotossica, in grado di provocare eventi cardiaci avversi durante la sua somministrazione.
Questi possono manifestarsi nell’immediato, come sembra essere successo a tuo padre, o entro un anno dalla fine del trattamento.
Raccogli perciò la documentazione sanitaria e rivolgiti a un medico legale che verifichi i farmaci somministrati e la loro incidenza sul sistema cardiovascolare. Se la situazione clinica di tuo padre non è stata attentamente valutate, se non ha firmato un consenso informato che gli spiegasse le possibili conseguenze delle cure, e se l farmaco chemioterapico ne ha causato il decesso, i medici possono essere ritenuti responsabili di una violazione del consenso informato e di un danno diretto (cioè avere causato la morte di tuo padre), o di un danno da perdita di chance di sopravvivenza. Sarà il medico legale a stabilirlo.
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