Intervista all’Avvocato Paola Tuillier di Diritti del Paziente ( organizzazione di professionisti creata per fornire assistenza legale a chi è vittima di un errore medico e non può affrontare i costi di un procedimento civile per ottenere il giusto risarcimento) pubblicata sul settimanle “Starbene” gruppo Mondadori, il 27 giugno 2016.
“Mio marito ha avuto uno shock anafilattico per colpa del medico del pronto soccorso. Era stato ricoverato per una polmonite e gli hanno somministrato un antibiotico cui è allergico senza chiedergli se soffrisse di qualche allergia ai farmaci. Possiamo rivalerci su quel medico, visto che le ripercussioni dello shock sono state gravi?”. Paola G.
“Il medico del pronto soccorso è responsabile perché, se ritiene necessario somministrare un medicinale, deve chiedere preventivamente al paziente se è allergico a quella o ad altre molecole farmacologiche, annotando sulla cartella clinica le sue risposte”, risponde Paola Tuillier, Diritti del Paziente, avvocato del Foro di Roma.
” Questo dovere spetta anche al medico che interviene dopo un collega, pure se il primo non ha annotato sulla cartella clinica alcuna allergia. Il sanitario che assiste il malato “in seconda battuta”, infatti non può fare affidamento solo sull’anamnesi e quindi sulla raccolta dei dati eseguita dai colleghi, perché tutti i medici che entrano in contatto con un paziente devono garantirne la salute in prima persona. A ogni cambiamento di reparto, la raccolta delle informazioni, comprese quelle relative ad un eventuale allergia a determinati farmaci, è fondamentale e va perciò ripetuta: i dati precedentemente raccolti potrebbero essere incompleti”.
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