Ha colpito il caso della studentessa affetta da diabete di tipo 1, che si è vista negare dalla scuola la partecipazione alla gita scolastica.
Non conosciamo bene i fatti, né possediamo gli elementi per poter affermare se l’istituto sia nel torto oppure no. I giornali riferiscono che il medico della ragazza
aveva prescritto di tenere a scuola un farmaco salvavita, il glucagone, da utilizzare in caso di grave crisi ipoglicemica. La dirigente dell’istituto avrebbe però
dapprima allontanato la studentessa da scuola (fino all’intervento della Asl), poi negato la gita scolastica, sostenendo che nessun insegnante era
disponibile a iniettare il medicinale in caso di emergenza.
È una vicenda complessa, che vede scontrarsi due diritti fondamentali, entrambi garantiti dalla Costituzione: da una parte la possibilità di accesso pieno a tutte
le attività scolastiche, comprese le gite, dall’altro la tutela della salute.
Per chi ha il diabete di tipo 1 esiste un documento, firmato dai Ministeri dell’istruzione e della salute, che fornisce le indicazioni su come gestire la terapia a base
di insulina (può occuparsene il personale, un genitore che ha accesso a scuola in orari stabiliti, o l’alunno) e prevede la possibilità che il glucagone, in caso di
emergenza, venga fornito da personale non medico.
Questo però non è sufficiente a obbligare i docenti che accompagnano i ragazzi in gita a somministrare il farmaco salvavita. Che fare? Si può chiedere
un incontro con il dirigente scolastico, il diabetologo, il pediatra e la Asl per concordare una strategia. Il problema può essere risolto prevedendo un corso di
formazione per il personale scolastico, o stabilendo di attivare il 118.
Avv. Paola Tuillier, articolo pubblicato sul settimanale Starbene del grutto Mondadori
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