Intervista all’Avvocato Stefano Mascini di Diritti del Paziente pubblicata sul settimanale “Starbene” gruppo Mondadori.
“Sto programmando un intervento chirurgico molto complesso e il medico mi ha spiegato i rischi, purtroppo tutt’altro che indifferenti. Ho dato l’assenso a voce. È legale o, per essere valido, il consenso va comunicato per scritto?“
C. D., Avellino
«In caso di intervento chirurgico, il consenso informato deve essere rilasciato dal paziente in forma scritta: solo così l’atto medico è legittimo», risponde Stefano Mascini, avvocato del Foro di Genova.
«Mettere nero su bianco, infatti, è obbligatorio quando lo richiede il Codice di deontologia medica. E uno dei
casi è proprio un intervento chirurgico che può comportare gravi conseguenze per la salute e l’incolumità della persona. È inoltre obbligatorio quando lo prevede la legge. Per esempio: per le donazioni e le trasfusioni di sangue, se si partecipa alla sperimentazione di un farmaco, negli accertamenti sierologici per un’infezione da Hiv, se si è sottoposti ad anestesia, a trapianto di rene tra viventi. In tutti gli altri casi, può essere raccolto in forma orale, fermo restando la possibilità di formalizzarlo con un atto scritto, se il medico lo ritiene necessario”.
“Non è richiesto, e il medico può agire “liberamente”, se c’è uno stato di necessità e la vita del suo paziente è a
rischio, o nelle situazioni di pericolo per la salute pubblica, come gli interventi per prevenire la diffusione di epidemie».
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