Intervista all’Avvocato Paola Tuillier di Diritti del Paziente pubblicata sul settimanale “Starbene” gruppo Mondadori.
“Convivo da anni e desidero che, qualora non fossi più autonoma, sia il mio compagno a gestire le scelte sulle cure da fare. E’ legalmente possibile?”
Anna Bergamo
Si, la legge datata 9 gennaio 2004 riconosce la figura dell‘amministratore di sostegno, ovvero di una persona prescelta che aiuti nella gestione della salute se non si è più in grado di farlo autonomamente.
Nel momento del bisogno, chi avrai designato ti affiancherà e ti aiuterà nelle scelte sanitarie e, qualora non fossi cosciente, potrà tutelare i tuoi interessi.
Il suo intervento può essere temporaneo (infermità transitoria) o definitivo, se la malattia è un problema irreversibile.
Per designare l’amministratore di sostegno devi stilare una dichiarazione scritta in cui indichi la persona prescelta e quali compiti vuoi affidargli, e poi farla autenticare da un pubblico ufficiale (basta anche un impiegato del tuo comune di residenza). Quindi devi presentare la domanda al giudice tutelare presso il tribunale del tuo luogo di residenza (anche senza l’aiuto di un avvocato). Entro 60 giorni dalla richiesta, il giudice provvede alla nomina con decreto.
La legge stabilisce che come “sostegno”, oltre al compagno stabilmente convivente, si possa scegliere tra il coniuge (purché non separato legalmente), il padre, la madre, il figlio, il fratello o la sorella, e comunque un parente entro il quarto grado. Se non si sceglie nessuno, in caso di emergenza e di incapacità, sarà il parente più prossimo a prendere le decisioni sulla salute. Se non c’è, interviene il giudice.
Paola Tuillier
Avvocato del foro di Roma specializzata in responsabilità medica civile e penale, fondatrice del sito web dirittidelpaziente.com.
L’Avv. Paola Tuillier è in grado di fornire assistenza legale sia in ambito civile che in ambito penale.
In particolare, ha maturato una notevole esperienza nel fornire assistenza legale in favore di pazienti che hanno subito un danno da errate prestazioni sanitarie e intendano agire in giudizio in sede civile per ottenere il giusto risarcimento.
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