Intervista all’Avvocato Paola Tuillier di Diritti del Paziente pubblicata sul settimanale “Starbene” gruppo Mondadori.
“Mio marito e io siamo portatori sani di fibrosi cistica e faremo la fertilizzazione in vitro. Possiamo sapere se l’embrione è sano?“
Eleonora, Salerno
Oggi si, perché la Corte Costituzionale ha dichiarato non legittimo il divieto di accesso alla diagnosi preimpianto per le coppie fertili e portatrici di malattie genetiche trasmissibili ai figli che si affidino alle tecniche di fertilizzazione in vitro.
Con la sentenza nr. 93/201, la Corte ha ritenuto che l’impossibilità di ricorrere allo “screening genetico” fosse un veto non ragionevole, proprio perché sarebbe stato ben più dannoso per la salute della donna il dover poi ricorrere a un aborto terapeutico.
Infatti, la diagnosi genetica preimpianto, o Pgd, è una tecnica ideata al fine di identificare e trasferire, tra gli embrioni prodotti in un ciclo di procreazione mediamente assistita (Pma), quelli non affetti da una patologia a trasmissione ereditaria, in coppie a elevato rischio.
Qualsiasi centro pubblico (ma anche quelli privati) che applichi tecniche in vitro, è perciò obbligato a garantire libero accesso alla Pgd a tutte le coppie come la tua.
Avvocato del foro di Roma specializzata in responsabilità medica civile e penale, fondatrice del sito web dirittidelpaziente.com.
L’Avv. Paola Tuillier è in grado di fornire assistenza legale sia in ambito civile che in ambito penale.
In particolare, ha maturato una notevole esperienza nel fornire assistenza legale in favore di pazienti che hanno subito un danno da errate prestazioni sanitarie e intendano agire in giudizio in sede civile per ottenere il giusto risarcimento.
Inoltre, da anni è consulenza legale e rappresenta in giudizio medici coinvolti in giudizi temerari o denunciati ingiustamente, avendo approfondito quindi le ragioni giuridiche che stanno alla base della pretesa di una parte così come della parte avversa
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