Intervista all’Avvocato Paola Tuillier di Diritti del Paziente pubblicata sul settimanale “Starbene” gruppo Mondadori.
“Il farmaco gli è stato dato al pronto soccorso, ma il medico non si è informato prima di sue eventuali allergie, e così mio marito ha avuto uno shock”
Margherita, Siena
Il medico del pronto soccorso è responsabile perché, se ritiene necessario somministrare un medicinale, deve chiedere preventivamente al paziente se è allergico a quella o ad altre molecole farmacologiche, annotando sulla cartella clinica le risposta.
Questo dovere spetta anche al medico che interviene dopo un collega, anche se il primo non ha annotato sulla cartella clinica alcuna allergia.
Il sanitario che assiste il malato “in seconda battuta”, infatti, non può fare affidamento solo sulla raccolta dei dati eseguita dai colleghi, perché tutti i medici che entrano in contatto con un paziente devono garantirne la salute in prima persona.
Non basta: a ogni cambiamento di reparto, la raccolta delle informazioni, comprese quelle relative a un’eventuale allergia a determinati farmaci, è fondamentale e va ripetuta: i dati precedentemente raccolti potrebbero essere incompleti.
L’ospedale nel cui complesso vi è anche il pronto soccorso è quindi responsabile di quanto accaduto a tuo marito, perché, accettandolo quale paziente, ha concluso un contratto che doveva garantire cure adeguate allo stato di salute e, quindi, anche una corretta raccolta di informazioni sulle allergie a farmaci (e non solo).
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